Jerry Calà e Mara Venier, lei lo pungola: «Meglio come amico che come marito…»

mara-venier-jerry-cala-950780A “Domenica In” è faccia a faccia tra Mara Venier e l’ex Jerry Calà. I due, marito e moglie negli anni Ottanta, sono rimasti in buoni rapporti dopo la separazione e su Rai Uno ripercorrono i momenti vissuti insieme tra dichiarazioni d’amore e “frecciatine“. Nonostante il presunto tradimento dell’attore, entrambi riconoscono di essersi amati molto. Mara Venier aveva raccontato di aver trovato Jerry Calà in dolce compagnia chiuso in un bagno il giorno del loro matrimonio. E nel pomeriggio sembra togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Meglio averti come migliore amico che come marito».

Jerry Calà usa la sua proverbiale ironia anche quando davanti a tutta Italia dimostra di non ricordare la data delle loro nozze. «E ora pubblicità», grida a una perplessa e quasi dispiaciuta Mara Venier. Per farsi perdonare poi la invita a ballare in un lento. Poco prima le aveva dedicato la canzone di Ivana Spagna “Gente come noi“. Le parole sono appropriate: «Gente come noi che non sta più insieme, ma che come noi ancora si vuol bene». E il pubblico lo acclama.

Durante l’intervista c’è anche tempo per qualche rimpianto o rimprovero: «Avrei voluto starti vicino, ma tu scappavi regolarmente, però riconosco che sei stato un padre per mia figlia. Tanto di cappello agli uomini come te».
«Adesso ho capito quali sono i veri valori della vita», dice Jerry quando viene mostrata la foto del cuore con il figlio adolescente.
Non solo passato e sentimenti. Nel corso della trasmissione l’ospite rende omaggio a Carlo Vanzina, scomparso recentemente. I film girati con lui sono diventati un cult e hanno contribuito a dargli molta popolarità.

Jerry Calà e il “tradimento” a Mara Venier: «Non è vero, poi mi ha picchiato. Lontano dal cinema? I produttori pensano che puzzo di morto»

jerry-cala-tradimento-mara-vemnier_19171859.jpg.pagespeed.ce.HXL7d4nlKz«Non è vera quella storia, Mara è una burlona», Mara Venier ha raccontato di aver trovato Jerry Calà in dolce compagnia chiuso in un bagno il giorno del loro matrimonio. L’attore però per la prima volta dice la sua sul presunto tradimento e spiega che lui stava solo parlando con una donna, ma Mara avrebbe comunque deciso di picchiarlo.

Sul caso Jerry invoca la Var: “«Era una festa che avevamo fatto con gli amici – ha raccontato nel programma radiofonico “I Lunatici” sulle frequenze di Rai Radio2 – mi ha beccato che ha parlato con una fitto fitto in bagno. Non che ci facevo cose. Invoco la Var, la moviola in campo. Stavo parlando fitto fitto. Sai quando hai un po’ bevuto, ti avvicini e ti metti a parlare con una. Lei mi ha beccato, ha frainteso e mi ha riempito di botte. Cosa che tra le altre cose non dice mai».

Sempre impegnato con i suoi spettacoli, lamenta l’assenza del cinema: «Mi piacerebbe fare più cinema, fortunatamente so fare un mestiere che ho imparato da piccolo. So ballare, cantare, recitare e quindi mi salvo sempre. Però dire che non mi piacerebbe fare ancora cinema mi renderebbe ipocrita. Viviamo in un’Italia che rispetto ad altri Paesi è provinciali. Altrove gli attori che hanno una storia vengono tenuti da conto e coccolati, vengono chiamati per fare delle parti anche come genitori o come nonni. Qui invece si dice che uno puzza di morto. Per fortuna la gente mi ama, c’è discrasia tra quello che pensano i funzionari e i produttori e quello che pensa la gente. Se la gente non mi volesse bene non farei 120 spettacoli l’anno».

Jerry Calà: «Non faccio più cinema perché dicono che puzzo di morto»

Jerry_Cala-2Jerry Calà si racconta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso de “I Lunatici”, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall’1.30 alle 6.00 del mattino. L’attore ha fornito a Radio2 la sua versione dei fatti su un racconto di Mara Venier la quale aveva dichiarato che nel giorno del loro matrimonio lo beccò in bagno intento ad amoreggiare con un’altra donna: «Non è vera quella storia – precisa Jerry Calà – Mara è una burlona. Era una festa che avevamo fatto con gli amici, mi ha beccato che ha parlato con una fitto fitto in bagno. Non che ci facevo cose. Invoco la Var, la moviola in campo. Sai quando hai un po’ bevuto, ti avvicini e ti metti a parlare con una. Lei mi ha beccato, ha frainteso e mi ha riempito di botte. Cosa che tra le altre cose non dice mai».

A proposito del fenomeno #metoo Calà ammette che è difficile parlarne e giudicare: «Anche in questo caso – ironizza – ci vorrebbe la Var sul posto per capire cosa veramente è successo. L’unica cosa che mi viene da dire è che mi sembra strano che in Italia abbiano accusato solo uno. Vi spiego io come stanno le cose: quelli che fanno queste cose, sono quelli che non contano nulla. Queste cose le fanno gli sfigati, gli ‘pseudosegretari’ che millantano amicizie, sono loro che vanno a intortare le povere ragazzine che sognano di entrare nel mondo del cinema. Uno che conta davvero ci pensa un pochino prima di compromettere la propria immagine. Comunque io a X Factor Asia Argento l’avrei tenuta. E’ molto brava».

Parlando di cinema e della televisione in Italia l’attore esprime il suo desiderio di tornare presto sul grande schermo: «Mi piacerebbe fare più cinema, fortunatamente so fare un mestiere che ho imparato da piccolo. So ballare, cantare, recitare e quindi mi salvo sempre. Però dire che non mi piacerebbe fare ancora cinema mi renderebbe ipocrita. Viviamo in un’Italia che rispetto ad altri Paesi è provinciali. Altrove gli attori che hanno una storia vengono tenuti da conto e coccolati, vengono chiamati per fare delle parti anche come genitori o come nonni. Qui invece si dice che uno puzza di morto. Per fortuna la gente mi ama, c’è discrasia tra quello che pensano i funzionari e i produttori e quello che pensa la gente. Se la gente non mi volesse bene non farei 120 spettacoli l’anno. In Italia manca il coraggio. L’unico che ce l’ha è Zalone, e infatti fa incassi pazzeschi. Lui è l’unico che ha il coraggio di essere politicamente scorretto, tutti gli altri si atteggiano, fanno i radical chic, però non fanno più ridere. Noi negli anni 80 ce ne fregavamo di tutto. Per questo certi film tra quelli che ho fatto io un sacco di gente li conosce a memoria».
Infine una battuta sul suo rapporto con la notte: “E’ un rapporto erotico, ma anche lavorativo. Da quando faccio meno cinema giro l’Italia nei teatri, nei club, nelle piazze. Di notte viaggio, incontro gente, vedo il pubblico. La notte è il mio habitat, tanto che nei pochi giorni feriali in cui non lavoro prima di una certa ora tarda della notte non riesco ad addormentarmi”.