Caterina Balivo, polemiche per il gay pride: l’organizzazione fa marcia indietro

unnamedProprio all’inizio della dieci giorni milanese dedicata al Pride, si è abbattuta sull’organizzazione una valanga di polemiche. E il motivo ha un nome e cognome: Caterina Balivo. Nominata madrina della parata finale in programma sabato 29 giugno, la conduttrice è stata spodestata del suo ruolo dopo le critiche con cui la scelta è stata accolta. Di fronte alla sollevazione del popolo Lgbt, l’organizzazione della Pride Week ha così deciso di fare marcia indietro. In particolare, il disappunto sarebbe sorto per alcune frasi omofobe imputate alla stessa Balivo che ha accettato con rammarico la decisione. “Sono da sempre al fianco della comunità Lgbt”, ha commentato il noto volto femminile di mamma Rai che mai avrebbe pensato di “scatenare delle reazioni così violente.”

«Pazzia pura», è polemica per il video pubblicato da Paola Perego del cane che protegge il neonato

8_20181105135920Molto probabilmente Paola Perego non si aspettava reazioni tanto intense da parte degli utenti di Instagram quando ha pubblicato il video di un cane che protegge un bimbo postato inizialmente da Luca Tommassini.

Eppure in mezzo a tanti cuoricini e faccette felici, troviamo una valanga di commenti indignati, impauriti, inorriditi. Nella breve clip vediamo uno staffordshire bull terrier accanto ad un neonato: la mamma del piccolo cerca di allontanarlo scherzosamente dal figlio, ma il cane non ne vuole sapere e poggia la testa sul suo pancino.

In men che non si dica è scoppiata la polemica in rete: “‘Ma che sei matta, mi vengono i brividi”, “Tropo pericoloso! Non fidatevi del cane, mai!” e ancora c’è chi tuona “follia pura”.

Molti utenti hanno ravvisato una eccessiva pericolosità sottolineando che gli animali possono essere dolci e tenerissimi con gli umani e soprattutto con i più piccoli, ma sono pur sempre imprevedibili.

Assad e Putin terrorizzati. Non da Trump, ma dal video di Elena Santarelli

Assad e Putin sono terrorizzati. Non dai missili di Trump bensì da Elena Santarelli e dai suoi colleghi che stanno dando vita sui social alla campagna #EveryChildisMyChild.
“Basta con la guerra in Siria. Adesso non si può più tacere perché ogni bambino è il nostro bambino”. Un cartello con l’hashtag e una valanga di like su Facebook, Twitter, Instagram. Attori, calciatori, cantanti, presentatori in tanti ci stanno mettendo il faccione in primo piano.

41016139

Da Alessia Marcuzzi a Vanessa Incontrada, da Emma ad Alessandra Amoroso, da Fabio Volo a Pierfrancesco Favino. E ancora Miriam Leone, Elena Santarelli, Giuliano dei Negramaro, Martina Colombari, Luciana Littizzetto, Niccolò Fabi, Luca Argentero, Edoardo Leo, Anna Foglietta. Come se bastasse un ciak per interrompere il conflitto che ha devastato uno dei Paesi più belli del mondo. Evidentemente una ventata di qualunquistica pubblicità sui social non guasta mai.
Di diverso avviso sono le campagne mirate ai vergognosi fenomeni di casa nostra che vanno combattuti ed estirpati. Tipo la campagna di sensibilizzazione a fianco delle donne #maipiunemiche di Federica Ferretti con Gemma Favia prima testimonial. O ancora le campagne che si impegnano contro il bullismo. Ce ne sono diverse, tutte efficaci. A cominciare dal programma su Raidue e dall’iniziativa nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola dal titolo Un Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo, lanciata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Con uno spot che fa molto più effetto della strofa recitata a pappagallo contro la guerra in Siria. Si vede un ragazzo, il classico secchione, che viene aggredito e insultato dai compagni di classe. “Eccolo il verme che non passa mai i compiti” e giù botte, calci e insulti, con tanto di video sullo smartphone. E la prof Ambra Angiolini che lancia lo slogan, ben più efficace di tanti altri: “rimanere indifferenti equivale a essere complici”.