Lino Banfi all’Unesco: «Ecco cosa mi ha detto Di Maio. Per mia moglie malata ho rinunciato a un ruolo importante»

3858777_21_12022491Lino Banfi ospite di Verissimo: l’82enne attore pugliese, da poco diventato commissario Unesco, ha raccontato tanti aspetti della sua vita e della sua carriera. A cominciare dagli esordi («Ero giovane e bello, mi mantenevo facendo fotoromanzi e sognavo lo spettacolo») fino alle ultime vicende che lo hanno interessato, con tante polemiche a livello politico.

I figli di Lino Banfi gestiscono una orecchietteria di famiglia a Roma ed è proprio qui che l’attore ha incontrato per la prima volta Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico, del lavoro e vicepremier: «In genere non vado all’orecchietteria, ma quel giorno c’ero e lui venne a trovarmi con un mazzo di fiori. Prima ci eravamo incontrati una o due volte, ma lui mi disse: “Non mi interessa chi voti, io sono un tuo grande fan e ho visto tutti i tuoi film”». Sul ruolo che sarà chiamato a ricoprire all’Unesco, Lino Banfi precisa: «Devo comunicare con le persone, specialmente i giovani, nelle scuole e nelle università. Farò parte di una commissione che stabilisce quali debbano essere i nuovi Patrimoni dell’Umanità, d’altronde ho anche ricevuto una laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione da una università di Malta. Mi hanno accusato di togliere un posto di lavoro a dei laureati, ma vi assicuro che non guadagno nulla».

Si parla poi della moglie Lucia, affetta da una malattia neurologica: «Si è ammalata proprio quando finalmente avevamo tanto tempo da passare insieme. Per restare accanto a lei, ho rinunciato a un ruolo importante, da protagonista e ben pagato, ma in Germania. Non potevo allontanarmi da lei, che mi chiede sempre: “E se poi non ti riconosco più?”. Io continuo a risponderle: “Che problema c’è? Ci presenteremo un’altra volta”». Il loro amore è nato in età adolescenziale ed è stato osteggiato dalla famiglia di lei: «Io venivo dal seminario, ma ero stato cacciato a 15 anni. Ero disperato, ma un prete mi disse: “La tua vocazione non è questa, ma quella di far ridere, ce l’hai innata”». Il padre di Lucia era fortemente contrario alla loro relazione: «Lei faceva la parrucchiera, aveva un’attività ben avviata ma decise di seguirmi comunque. Il padre provò anche a dar fuoco al negozio e ci rese la vita impossibile: la nostra fuga d’amore durò 60 km, poi alla fine lui ci raggiunse dopo anni ed è morto a Roma, tra le mie braccia e non tra quelle dei figli».

Si parla anche dei figli, Walter e Rosanna. Quest’ultima, dopo aver sconfitto il cancro, è diventata una grande testimonial della prevenzione. Lino Banfi ricorda la nascita della figlia, avvenuta in casa: «Ho tagliato io il cordone ombelicale, poi mi passarono la placenta e mi dissero di buttarla. La gettai nel wc e non nel secchio, ho intasato tutto il condominio, un disastro».

Si parla poi di un amico come Al Bano: «L’Ucraina lo ha dichiarato pericoloso? Tutto questo fa molto ridere». Lino Banfi, nella sua vita, è riuscito ad incontrare ben tre diversi papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. L’attore ricorda: «Papa Ratzinger non credeva che mi fossi sposato solo una volta, a Papa Francesco non sono ancora riuscito a far dire “Una parola è troppa e due sono poche”, ma è uno dei miei obiettivi. Quando l’ho incontrato gli dissi che siamo coetanei, anche se ho qualche mese più di lui, e lui disse che mi portavo bene i miei anni». Il personaggio più amato dal pubblico, tra quelli interpretati da Lino Banfi, resta inevitabilmente quello di nonno Libero in Un medico in famiglia: l’attore vede una delle prime scene, in cui compare accanto alla piccola Annuccia. Era il 1998, oggi la bimba cresciuta nel corso della fortunata serie è una ragazza di 24 anni.

In chiusura di trasmissione, proprio mentre si accinge a lasciare lo studio, Lino Banfi decide di incalzare Silvia Toffanin: «Ma quando ti sposi?». La conduttrice, infatti, è legata sentimentalmente a Pier Silvio Berlusconi da 18 anni, ma i due non sono mai convolati a nozze. Silvia, comunque, assicura: «Quando sarà il momento, sarai il primo a saperlo».

Pamela Anderson a “Verissimo”: “A Hollywood si fanno compromessi”

C_2_articolo_3184819_upiImageppPamela Anderson non si risparmia. Ospite in esclusiva a “Verissimo” sabato 12 gennaio alle 16.10 su Canale 5, l’attrice si racconta tra vita privata e carriera. A cominciare dalla fisicità prorompente, diventata icona per i teenager degli Anni 90: “A Los Angeles tutti facevano interventi e ho deciso di farlo anche io. Poi ho detto basta, mi sento molto a mio agio col mio corpo”. E sul caso Weinstein dice: “A Hollywood si fanno compromessi”.

A Silvia Toffanin, Casey Jean Parker della serie “Baywatch” spiega il suo punto di vista sul movimento #metoo e sul “caso Weinstein”, il produttore cinematografico che rischia l’ergastolo: “Ha commesso degli abusi con molte donne e questa cosa avrà delle conseguenze. L’ho incontrato solo una volta, brevemente”.

Sulla sua immagine di femme fatale confida: “La mia immagine dopo Playboy poteva far pensare che io fossi una ragazza un po’ facile, invece proprio lì ho incontrato alcune delle persone più interessanti della mia vita, i miei mentori. Per me è stata una sorta di università, è stato un ambiente che mi ha dato molto. Hugh Heffner era l’ultimo gentleman rimasto al mondo”.

Non solo sfilate e serate di gala, Pamela è anche molto attiva nel sostenere Julian Assange, il fondatore di Wikileaks che da alcuni anni vive nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e con cui ha avuto una storia: “Sono andata a trovarlo in passato, adesso non accettano più visite. È in isolamento da circa 8 mesi, non può andare su Internet ed è bloccato lì. Non credo stia benissimo, soffre molto per questa situazione, soprattutto per la sua salute. Ritengo che abbia fatto una cosa giusta, ha rivelato dei crimini di guerra e per questo ora si trova in questa situazione. C’è anche il rischio dell’estradizione, per il momento non c’è soluzione: gli auguro il meglio e spero che il Regno Unito gli dia protezione. Il pubblico lo sostiene perché è una persona fantastica e anche molto divertente e curiosa. È sempre stato un combattente, un avvocato della giustizia sociale”.

Amore che adesso la modella ha trovato in Francia. Da più di un anno, infatti, fa coppia fissa con il calciatore ex Milan e Campione del Mondo in carica, Adil Rami che sembra averle regalato un anello di fidanzamento: “Sono fortunata. Lui è molto generoso ma adesso non ce l’ho perché ho appena finito uno spettacolo danzante dove dovevo usare molto le mani, il mio partner mi faceva girare parecchio e ho dovuto togliere tutti gli anelli“. Sulla volontà di sposarlo aggiunge: “Non posso rispondere, chiedilo a lui. Provaci e vediamo cosa ti dice”.

Assad e Putin terrorizzati. Non da Trump, ma dal video di Elena Santarelli

Assad e Putin sono terrorizzati. Non dai missili di Trump bensì da Elena Santarelli e dai suoi colleghi che stanno dando vita sui social alla campagna #EveryChildisMyChild.
“Basta con la guerra in Siria. Adesso non si può più tacere perché ogni bambino è il nostro bambino”. Un cartello con l’hashtag e una valanga di like su Facebook, Twitter, Instagram. Attori, calciatori, cantanti, presentatori in tanti ci stanno mettendo il faccione in primo piano.

41016139

Da Alessia Marcuzzi a Vanessa Incontrada, da Emma ad Alessandra Amoroso, da Fabio Volo a Pierfrancesco Favino. E ancora Miriam Leone, Elena Santarelli, Giuliano dei Negramaro, Martina Colombari, Luciana Littizzetto, Niccolò Fabi, Luca Argentero, Edoardo Leo, Anna Foglietta. Come se bastasse un ciak per interrompere il conflitto che ha devastato uno dei Paesi più belli del mondo. Evidentemente una ventata di qualunquistica pubblicità sui social non guasta mai.
Di diverso avviso sono le campagne mirate ai vergognosi fenomeni di casa nostra che vanno combattuti ed estirpati. Tipo la campagna di sensibilizzazione a fianco delle donne #maipiunemiche di Federica Ferretti con Gemma Favia prima testimonial. O ancora le campagne che si impegnano contro il bullismo. Ce ne sono diverse, tutte efficaci. A cominciare dal programma su Raidue e dall’iniziativa nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola dal titolo Un Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo, lanciata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Con uno spot che fa molto più effetto della strofa recitata a pappagallo contro la guerra in Siria. Si vede un ragazzo, il classico secchione, che viene aggredito e insultato dai compagni di classe. “Eccolo il verme che non passa mai i compiti” e giù botte, calci e insulti, con tanto di video sullo smartphone. E la prof Ambra Angiolini che lancia lo slogan, ben più efficace di tanti altri: “rimanere indifferenti equivale a essere complici”.