Autoerotismo e molestie alla poliziotta che lo aveva arrestato, la polemica: «Il giudice lo ha rilasciato»

palpeggiata-arrestato-roma-autobus-Un extracomunitario di 28 anni ha dato in escandescenza negli uffici della Polfer a Reggio Emilia. Dopo essere stato arrestato perché vagava nei pressi della stazione, ha palpato il seno di una poliziotta in servizio e si è masturbato davanti a lei. È quanto riferisce Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, sindacato autonomo di polizia.

«Lo straniero è stato immediatamente arrestato dai colleghi con l’accusa di violenza sessuale in attesa della convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria – prosegue Paoloni – Nonostante l’accusa gravissima e la presenza di una donna poliziotto oggetto di molestie, il soggetto è stato immediatamente rilasciato, poiché il giudice ha ritenuto il fatto di lieve entità. Può la violenza sessuale essere di lieve entità? Inconcepibile!».

Per il segretario del Sap, «rilasciare chi compie tali atti, significa legittimarlo a continuare. Probabilmente, domani la prossima vittima sarà la figlia o la moglie di qualcun altro. Alla collega giunge tutta la nostra solidarietà, per gesti di pura inciviltà e degrado da parte di soggetti irrispettosi innanzitutto delle donne e dopo delle istituzioni».

Weinstein, Asia Argento a Verissimo riflette: «Sono stata una kamikaze e ora sto pagando»

4032899_2145_asia_argento_verissimo««È stato un gesto kamikaze. Credo di aver dato fastidio ai potenti e ora sto pagando». Queste le parole di Asia Argento, ospite sabato 13 ottobre a Verissimo per un lungo e toccante racconto. Passata dall’essere una delle paladine del movimento #metoo al ruolo di accusata per presunte molestie dall’attore Jimmy Bennet, in questo anno difficile l’attrice ha perso anche il compagno Anthony Bourdain.
A Verissimo Asia rivedendo le sue immagini sul palco di Cannes durante il durissimo discorso contro il produttore cinematografico Harvey Weinstein, dichiara: «È stato un gesto kamikaze. Credo di aver dato fastidio ai potenti e ora sto pagando. Lo rifarei quel gesto, ormai l’ho fatto, ma non mi butto più. Qualcuno doveva dire la verità. E’ stata la mia coscienza a dirmi che dovevo farlo quando ho saputo che c’erano tante donne che avevano subito queste molestie. Nessuna di noi aveva fatto i conti con quello che sarebbe successo dopo. Ha cambiato la nostra vita e il mondo». «È stato un momento molto forte della mia vita, ma – prosegue – io questa forza non ce l’ho più. Penso di aver pagato più di tutti in questa battaglia. Sono per il movimento, ma non ho più la forza di aiutare gli altri».

Guardando una foto di quello che lei definisce un ‘predatore seriale’, Asia dice: «È un sociopatico, fa paura. Mi fa paura perché c’è tutta una rete di potere con lui che non avevo calcolato. Ma credo nella giustizia».
Le molestie subite da Asia da parte di Weinstein hanno lasciato dei segni. A tal proposito confida: «Vado dall’analista da tanti anni. Ho subito conseguenze nel mio rapporto con gli uomini, ho sofferto di ansia, di trauma post traumatico. La vergogna ricade sulla vittima. Non volevo capire cosa mi era accaduto e non lo dicevo a nessuno. Ho cercato di esorcizzare quella cosa attraverso un film, nella speranza di liberarmene, ma non ci sono riuscita».

A Silvia Toffanin che le chiede se quella era stata la prima volta in cui subiva delle molestie sessuali, a sorpresa l’attrice confessa: «E’ imbarazzante parlare di questo, non è una cosa di cui vado fiera. A 16 anni ero stata già molestata su un set. Andavo a lavorare da sola, ero una preda più facile, perfetta, perché io ho delle ferite nella mia infanzia e questi predatori riescono ad intrufolarsi in queste ferite. Ora spero di essere più forte».
Da grande accusatrice, da un giorno all’altro Asia è passata al ruolo di accusata. Sul caso Jimmy Bennet l’attrice dichiara: «Solo una persona disperata può fare un gesto così schifoso come una lettera di ricatto, una cosa inventata di sana pianta per estorcere denaro al mio compagno». E continua: «Non ho mai detto di essere stata violentata, ma che lui mi è saltato addosso e che io sono rimasta rigida. Ora so perché ho questo meccanismo detto rettiliano, il rettile quando ha paura fa finta di essere morto».

L’annus horribilis di Asia Argento continua purtroppo con il suicidio del suo compagno Anthony Bourdain. Su questo argomento confida: «Non avevo mai avuto una persona così. Si prendeva cura di me e dei miei figli. Mi ha lasciato un vuoto che nulla può colmare, questo dolore non va via mai. La mattina non ci sono i suoi messaggi e così alla sera non c’è nessuno che mi dice buonanotte. Non ho più forze. Se non sto bene non posso prendermi cura dei miei figli. Ci sono giorni che non riesco ad alzarmi dal letto. Altri in cui cerco di non tornare mai a casa».

L’attrice non si capacita di non essere riuscita ad intercettare il grande malessere di cui soffriva lo chef e confessa: «Pensavo di essere io quella depressa, lui mi sosteneva sempre. Io a volte ho avuto dei pensieri bruttissimi, la depressione è una malattia mentale molto grave e a volte arrivano dei pensieri alieni. L’istinto di morire è disumano. Lui – chiosa – non ha pensato a nessuno in quel momento, perché il suo dolore era immenso, ma io non l’avevo mai visto. Come ha fatto a nasconderlo così? Unica cosa, il giorno prima di morire, al telefono aveva una voce strana, ma lui disse solo che aveva mangiato e bevuto troppo. Non mi disse nulla di questi pensieri. Aveva scritto e detto in tv qualcosa sul suicidio ma io pensavo ad un pensiero romantico».

Infine, a Silvia Toffanin che le chiede se la decisione di non partecipare a X Factor sia stata presa di comune accordo con il programma, Asia confida: «E’ stata una decisione amichevole, ma io non volevo andare via. Non volevo nuocere al programma. Se questa cosa avesse spostato l’attenzione verso quei ragazzi allora sì, ma non era così. Il pubblico, la giuria e i ragazzi mi volevano, io ci speravo».

Molestie, anche Uma Thurman contro Weinstein: “Ho detto che ero arrabbiata, ecco perchè”

Anche l’attrice Uma Thurman punta il dito contro Harvey Weinstein. La protagonista di Kill Bill, pellicola prodotta da Weinstein, ha colto l’occasione della festa del Ringraziamento e di un post su Instagram per rompere il silenzio: «Ho detto che ero arrabbiata di recente, e avevo alcuni motivi, #metoo, nel caso non si capisse dal’espressione del mio volto».

uma-696x463Nelle scorse settimane, con l’irrompere delle prime rivelazioni su Weinstein, Uma Thurman aveva affermato che preferiva aspettare prima di parlare. «Credo sia importare seguire i propri tempi, essere giusti, esatti, quindi… felice giorno del Ringraziamento a tutti! (Escluso te Harvey, e tutti i tuoi perfidi cospiratori – sono contenta che procede a rilento – non ti meriti un proiettile», ha scritto l’attrice.

La moglie di Brizzi: “Difendo Fausto, è tribunale mediatico. Sono barricata in casa con mia figlia”

«Mi addolora molto ascoltare le accuse rivolte a Fausto perché non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite»: rompe il silenzio Claudia Zanella, moglie di Fausto Brizzi, il regista romano accusato di molestie sessuali da diverse attrici e modelle.

claudia-zanella-fausto-brizzi-libro-01-@-twitter

Parla di «tribunale mediatico». «Gli sono vicina – scrive – perché così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili. Sono barricata in casa e non posso nemmeno portare mia figlia al parco: anche questa può essere considerata violenza sulle donne».
Al settimanale Oggi che per per primo aveva parlato della presunta crisi coniugale per la coppia formata dal regista di Notte prima degli esami e dalla Zanella, attrice e madre di una bambina spiega: «Girano molte voci e tali sono per me. Mia madre non sta bene e questa è la mia priorità ora».
LA LUNGA LETTERA «Ho iniziato a fare l’attrice a 11 anni, oggi ne ho 38. In questi anni mi è capitato di sentire di tutto, racconti di molestie di produttori su attori e attrici, abusi di potere da parte di registi e casting (uomini e donne), avance ricevute poco gentili e decisamente fuori luogo. Ho anche conosciuto attori e attrici alla ricerca di notorietà a tutti i costi»: inizia così il testo scritto da Claudia Zanella per esprimere vicinanza al marito Fausto Brizzi, nell’occhio del ciclone per lo scandalo molestie. «Se buona parte di tutto ciò che ho sentito ed è circolato nel nostro mondo fosse vero, da essere umano profondamente rispettoso del prossimo, ne sarei profondamente disgustata. Però – precisa l’attrice – deve esserci una distinzione: davanti alla violenza o all’abuso dobbiamo correre dai carabinieri e denunciare; davanti ad un approccio non gradito, invece, dobbiamo rispondere con un secco ‘no’, e andarcene, come ho fatto io stessa molte volte in questi anni nell’ambiente del cinema, della televisione e della moda», scrive ancora, prima di ribadire il concetto: «Si può e si deve dire di NO davanti a una avance di un produttore o di un regista importante, se questo non ci piace. Perché la carriera si costruisce con il talento, lo studio, l’impegno, non a letto».
Le pesanti accuse rivolte a Brizzi in tv e sui giornali negli ultimi giorni hanno compromesso la sua reputazione e comportato la cessione delle quote che deteneva nella società di produzione cinematografica Wildside e la presa di distanza nei suoi confronti da parte della Warner Bros. Entertainment Italia che lo ha cancellato dalla promozione del suo film di Natale ‘Poveri da ricchissimi’, manifestando l’intenzione di non lavorare più con lui in futuro. Ma soprattutto hanno turbato la sua pace familiare, un anno e mezzo dopo la nascita della sua prima figlia Penelope Nina.
Claudia Zanella racconta le sue sensazioni più private dopo questo terremoto che ha sconvolto la sua vita: «Mi addolora molto ascoltare le accuse che sono state rivolte a Fausto – scrive – perché non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite. Mi spiace anche perché a prescindere dal fatto che l’imputato in questo tribunale mediatico sia mio marito, non trovo affatto corretto per nessuno essere descritto come il peggiore dei criminali».
«Mio marito – scrive ancora – ha ribadito, più volte, di non aver mai avuto rapporti non consenzienti. In questo momento gli sono vicina perché così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili. Queste accuse formulate in tv, nei salotti televisivi di trasmissioni di gossip, senza nessuna garanzia, possono distruggere la carriera di un uomo, il suo matrimonio e la sua esistenza. Se mio marito ha avuto rapporti con altre donne nel corso del nostro matrimonio, voglio parlarne da sola con lui, nel nostro privato, come è giusto che sia. Devo capire se come moglie mi ha mancato di rispetto. Sono madre di una meravigliosa figlia femmina, e devo esserle di esempio».
Infine un appello al rispetto della privacy della famiglia, in linea con quanto dichiarato dal primo minuto dal regista che aveva invocato il massimo rispetto per la moglie in particolare. «Sono barricata in casa da 5 giorni e non posso nemmeno portare mia figlia di un anno e mezzo al parco, perché sotto al nostro portone ci sono giornalisti e paparazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche questa – conclude – può essere considerata violenza sulle donne: in questo caso io e mia figlia».
IL CASO E LE TESTIMONIANZE CHOC Intanto, però, dopo le dieci testimonianze raccolte – e messe in fila in una sequenza choc – dalle Iene contro Brizzi (quasi tutte anonime, tranne quelle dell’ex Miss Italia Clarissa Marchese e della modella Alessandra Giulia Bassi), si allunga la lista delle donne che puntano il dito contro il regista. In particolare, è la tatuatrice Vanya Stone a raccontare a ‘Grazia’ la storia di un provino trasformatosi in abuso: e i dettagli – il loft, l’invito a spogliarsi, la proposta di un massaggio, gli approcci sempre più pesanti – ancora una volta sembrano ripetersi.
E sempre ‘Grazia’ ha raccolto la testimonianza di Rossella Izzo, che racconta il disagio provato da alcune allieve dell’accademia di recitazione Actor’s Planet, invitate dal docente Brizzi nel suo studio per parlare, fare provini e per consigli come essere ‘disposte a tutto’. «Abbiamo allontanato lui e anche altri», assicura Izzo.
Dalla parte di Brizzi, in una vicenda lacerante che fa discutere in questi giorni l’Italia, si schiera Vincenzo Salemme: «Io conosco Fausto benissimo e mi sembra tutto talmente assurdo che, mamma mia… questa vicenda mia veramente sconvolto». Con il regista l’attore ha lavorato soltanto nel film ‘Ex’, «ma lo conosco – assicura – è una persona perbene. Sentire quelle cose è stata una cosa sconvolgente».
Gerry Scotti, invece, invita le donne a denunciare con forza: «Adesso avete in mano il pulsante, non dovete perdonare nulla: denunciate subito, non permettete a nessuno di farla franca, tanto più se chi vi sta di fronte è qualcuno che approfitta della situazione», dice rivolto alle studentesse universitarie che affollano la conferenza stampa del suo nuovo programma, The Wall.
«Non è mai troppo tardi per denunciare» violenza e molestie, tuona da Taormina la commissaria europea per la Giustizia e la parità di genere, Vera Jourova, parlando del caso Weinstein con l’ANSA a margine del G7 sulle Pari opportunità. «È molto preziosa», sottolinea, la mobilitazione ‘MeToo’ che sta dilagando sui social. «Le donne hanno avuto il coraggio di portare alla luce le loro storie personali. Finalmente ci rendiamo conto di quanto sia vasto questo problema».

Weinstein, lo psichiatra Morelli choc a ‘Le Iene’: “Ogni donna può diventare una prostituta”

Sono affermazioni destinate a far discutere, quelle dello psichiatra italiano Raffaele Morelli che a ‘Le Iene’ ha parlato del caso Weinstein. Nei giorni scorsi, Morelli aveva già rilasciato alcune controverse dichiarazioni riguardo ai casi di molestie sessuali ricevute da attrici di Hollywood nel corso degli ultimi 20 anni e per questo Matteo Viviani ha deciso di incontrarlo.

weinstein-morelli-le-iene_06093520Sostanzialmente, Morelli ha ribadito quanto già affermato in precedenza: «In ogni donna è presente, sempre, il fatto di poter usare la seduzione per ottenere un vantaggio. Una persona che si è prostituita per il successo dopo anni si sente sporca. Ogni donna può diventare una prostituta, perché quelle attrici pensavano di poter condurre le danze».
Secondo Morelli, quindi, alle attrici che hanno denunciato le molestie di Weinstein la situazione sarebbe sfuggita di mano: «Non avevano capito che i produttori sono persone fredde e manipolatrici, capaci di individuare e sfruttare ogni situazione di debolezza. Weinstein, ad esempio, non cercava piacere sessuale, ma voleva solo dominare e umiliare quelle attrici in virtù del suo potere. Non è uno stupratore ma un uomo che esercita la sua azione di dominio come modalità relazionale: guardate il gelo negli occhi delle donne che gli stavano accanto. Dovrebbe ammettere i suoi problemi e rivolgersi ad un ottimo psicoterapeuta».
Morelli poi rincara la dose e spiega perché non ritiene quello di Weinstein un caso di violenza sessuale: «Non esistono donne sante, tutte mirano a ottenere vantaggi, che non sono necessariamente economici, ma anche affettivi. A 21 anni sei dentro una psicologia sognante ed in questo stato sei più facilmente preda dell’uomo dominatore. La violenza, quindi, è psicologica ma non sessuale. Ma se dovessimo portare la violenza psicologica in tribunale, sarebbe coinvolto il 90% della popolazione di un paese: casi di questo tipo sono anche dei ‘sì’ al capo quando si vorrebbe dire di no, ed è un aspetto che coinvolge anche moltissimi uomini. In questo caso bisogna sapere che qualsiasi successo si voglia raggiungere deve basarsi sulle proprie capacità».