Rigopiano, papà di una vittima multato per aver portato dei fiori: «Non pago, mi mettano in carcere»

stefano feniello_09160652Poco meno di due anni fa la slavina che travolse e distrusse l’Hotel Rigopiano a Farindola (Pescara) fece 29 morti: il papà di una delle vittime, Stefano Feniello, è stato ora condannato a pagare una multa di 4.550 euro per aver violato i sigilli giudiziari apposti per deliminare l’area. La storia, ai limiti dell’assurdo, è stata raccontata dallo stesso Alessio Feniello in un post su Facebook: l’uomo è stato condannato dal gip del tribunale di Pescara, Elio Bongrazio.

La sentenza di condanna emessa su richiesta del pm Salvatore Campochiaro, trae origine dal fatto che Feniello si sarebbe introdotto «abusivamente», nonostante «le ripetute diffide ed inviti ad uscirne rivoltigli dalle forze dell’ordine addette alla vigilanza del sito». L’uomo, nel suo post sul suo profilo social, contesta la decisione del tribunale pescarese, affermando di essersi «recato a Rigopiano per portare dei fiori dove hanno ucciso mio figlio».

Una multa non da poco. Oltre 4500 euro, per essere andato a «Rigopiano a portare i fiori, dove hanno ucciso mio figlio Stefano». «Mi sono introdotto, secondo loro, in un’area sottoposta a sequestro», quella dell’hotel, spiega con rabbia, postando le foto della notifica del tribunale di Pescara, a pochi giorni dall’anniversario della tragedia che causò 29 morti tra cui il suo ragazzo. «Io non pago», aggiunge e, se necessario, mi faccio «tre mesi di carcere». «Quelli che non hanno fatto niente per salvare 29 persone a Rigopiano stanno tutti ancora a piede libero io invece devo pagare» accusa, chiedendo di far «arrivare questo messaggio al ministro Salvini» per vedere «cosa ne pensa».

Michelle Hunziker, fine di un incubo: condannato lo stalker che le inviava foto di donne nude e coltelli

michelle_hunziker_stalker_condannato_13102747Fine di un incubo per Michelle Hunziker. I carabinieri di Caravaggio hanno notificato questa mattina a un uomo di 37 anni, italiano, di Fornovo San Giovanni, nella Bassa bergamasca, una misura di sicurezza personale provvisoria della libertà vigilata. L’uomo era imputato davanti al tribunale di Milano per stalking, riguardo a fatti risalenti all’autunno del 2016 e commessi in danno della showgirl svizzera.

In particolare, il bergamasco avrebbe inviato diverse email al Gabibbo della trasmissione televisiva Striscia la Notizia, con allegate foto di nudi femminili e di un coltello, ingenerando così uno stato d’ansia nei confronti della conduttrice, che già in passato aveva subito atti persecutori da parte di altre persone.

L’aver utilizzato mezzi informatici e telematici ha costituito un’aggravante. La misura applicata da oggi prevede anche una cura per il trentasettenne in una struttura sanitaria. Già in passato l’uomo era stato destinatario di provvedimenti sanitari a causa dei suoi problemi psicofisici. Una perizia ne aveva però accertato le capacità di intendere e volere.

“Fedez menestrello dei No Expo, ispiratore dei black bloc”: Filippo Facci condannato per diffamazione, ecco quanto dovrà pagare

3529577_1927_collage_2018_02_05Il Tribunale di Milano ha condannato in sede civile al pagamento di 8mila euro, più le spese processuali, il giornalista Filippo Facci, e Facci in solido con il quotidiano Libero, con l’allora direttore Maurizio Belpietro, a risarcire altri 4mila euro, per alcune dichiarazioni e un articolo di Facci ritenuti diffamatori nei confronti del rapper Fedez definito «menestrello» dei No Expo nell’occasione degli incidenti che si verificarono il giorno dell’inaugurazione dell’esposizione internazionale.

Fedez, difeso dall’avvocato Cristiano Magaletti, aveva promosso il giudizio perché riteneva fosse stato diffamato su Twitter, durante la trasmissione radiofonica «La Zanzara» e nell’articolo «Niente da capire», sempre da Facci, per essere stato individuato come colui che avrebbe appoggiato e aizzato la violenza dei Black Bloc.

Il giudice Loretta Dorigo ha rilevato come fossero «dal tono fortemente aggressivo, quasi da hater» espressioni come: «È ufficiale. Fedez è un cretino; pazienza, è un modo di farsi notare… ed è un modo di schierarsi coi minorati che ieri hanno imbrattato muri e danneggiato vetrine. I decerebrati NoExpo hanno il loro menestrello. È un tamarro di Rozzano». Fedez – come sottolinea il suo legale – aveva deciso di ignorare, di non reagire e di non commentare le dichiarazioni del giornalista, ponendo la questione al vaglio degli organi giudiziari.

Brad Pitt condannato a pagare 565 mila euro a unʼartista francese

Smentite le voci che si rincorrono da tempo di una possibile riconciliazione tra Brad Pitt e Angelina Jolie, per il divo ci sono altri grattacapi da risolvere. L’attore è stato condannato a pagare 565 mila euro all’artista visiva Odile Soudant che era stata incaricata di illuminare la tenuta di Chateau Mirava, acquistata da una società riconducibile ai “Brangelina”. Dopo due anni di lavori la società di Pitt ha fermato tutto, fatture comprese….

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La decisione della corte d’appello di Parigi risale all’aprile scorso, racconta il quotidiano francese Liberation. Brad Pitt sarà costretto a sborsare un bel po’ di denaro all’artista francese Odile Soudant. Di quei 565 mila euro 60 mila solo per danno di immagine e reputazione.
L’artista visiva specializzata in installazioni luminose che dirige la sezione luci del prestigioso studio di Jean Nouvel (architetto che Brad ammira a tal punto da aver chiamato Shiloh Nouvel una delle sue figlie) era stata incaricata di illuminare la tenuta di Chateau Miraval, nell’Alto Var. Magione che una società riconducibile a Brad Pitt e Angelina Jolie acquistò nel 2008 per 45 milioni, dopo che per due anni la coppia aveva vissuto lì in affitto. Ma poi nel 2014, dopo oltre due anni di lavori regolarmente retribuiti, la società del divo decide di fermare tutto e di conseguenza anche i pagamenti. Motivo che ha spinto la Soudant a fare causa a Brad portando a casa la sua vittoria… e un bel po’ di soldi.

“Michael Jackson voleva sposare l’11enne Emma Watson. L’aveva vista in Harry Potter”

“Michael Jackson voleva sposare l’11enne Emma Watson prima di morire”, sono le parole di Conrad Murray, il medico del cantante condannato nel 2014 a 4 anni di galera per omicidio involontario.Fu lui a somministrare i farmaci che portarono il re del pop alla morte.

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Murray ha scritto un libro scandalo dal titolo “This Is It” in cui racconta le ultime verità scomode di Michael Jackson. Sembra che il cantante avesse perso la testa con l’allora protagonista di “Harry Potter” ed era pronto a tutto pur di averla anche se non sarebbe stato semplice a livello legale. “Michael avrebbe voluto che lo accompagnassi a fare visita al padre e a pianificare il matrimonio in occasione dei concerti a Londra”, scrive Murray. Prima di impazziere per Emma, Jackson aveva puntato gli occhi sulla 12enne Harriet Lester, figliastra del suo amico Mark Lester. Il libro sta suscitando molte polemiche.